VOI NON SIETE NAPOLETANI'
VOI NON SIETE NAPOLETANI
Di Geppi Di Stasio
Compagnia Ass. Cult. TREPARETI
Con Geppi Di Stasio, Roberta Sanzò al pianoforte Sergio Colicchio
"Marconi estate"
VOI NON SIETE NAPOLETANI è semplicemente e soprattutto uno spettacolo di Varietà che contiene pezzi del repertorio più nobile della tradizione e della contemporaneità. Macchiette, sketch e canzoni accompagnate da arrangiamenti eleganti e letture storiche poco divulgate (perché sarebbe stato poco conveniente per i vincitori sabaudi) che contribuiscono a rendere fruibile e divertente una serata a teatro. La vera comicità non può che generarsi da uno spunto tragico di fondo. La comicità che in teatro è sempre stata riconosciuta tra le più importanti viene da Napoli, questo è apodittico. E ciò probabilmente perché, essendo Napoli una delle città più controverse, più tartassate, più vittime della storia nazionale non poteva che autoriscattarsi con l’ironia o, meglio ancora, con l’autoironia. Forse la ragione è da ricercarsi nel fatto che originariamente e, va detto senza infingimenti, fino al 1860, Napoli rappresentava una delle civiltà più avanzate ed erudite, e non parliamo solo di cultura creativa ma anche, se non soprattutto, di organizzazione statale. Ma è stata depredata di tutto, dalle industrie alle idee tecnologicamente innovative, all’economia all’artigianato, al Diritto, alle scienze umane. La proverbiale genialità dei napoletani altro non è che un prodotto di tanto subire, di tante vessazioni che la storia racconta a modo suo. Perché la storia la scrivono i vincitori. E i vincitori a volte sono invasori mentre quelli che si difendono vengono definiti briganti, persone disorganizzate e fidelizzate a buon mercato, facili da convincere facendo leva sui loro bisogni elementari, sulle loro pance vuote. “noi non siamo napoletani” è l’urlo che si sente in molti stadi di calcio del nord anche quando in campo non c’è la squadra partenopea, perché una bieca cultura spocchiosa ha ridotto Napoli a simbolo di confusione e delinquenza. E se fosse quello che in psicanalisi si chiama “complesso del pene”? Se fosse che si sbeffeggia ciò che non si sarà mai in grado di essere? A me piace pensarla così, perché Napoli è e resterà geniale, ironica, colta, interessante, misteriosa, inaccessibile, stupenda, affascinante. Così come ironica, colta, geniale e affascinante resta la sua comicità, il suo Teatro.  E l’obiettivo di questo spettacolo è proprio quello di raccontare la comicità di Napoli in maniera garbata facendo riferimento ad alcune, solo alcune, ingiustizie storiche, come l’Unità d’Italia, che l’hanno resa sofferente, dolente ma soprattutto divertente, godibile ed appagante.